1 – Paco

 

La mia prima chitarra comincia a prendere forma nell’autunno del 2009, quando inizio il corso “Costruisci la tua chitarra” organizzato dalla Civica Scuola di Liuteria di Milano riservato agli amatori che intendono accostarsi all’arte della liuteria.

La scuola mi ha fornito un “kit” dei legni da utilizzare per la costruzione (o meglio, per l’assemblaggio) dello strumento: il manico, già sbozzato e solo da rifinire, in mogano; le fasce già piegate e il fondo già unito e sagomato, in acero marezzato; la tavola armonica già unita, con la buca già tagliata e la rosetta già inserita, in acero di risonanza della Val di Fiemme; la tastiera, con la posizione dei tasti già tagliata, in ebano africano; il ponticello me lo sono invece intagliato da zero, partendo da un piccolo parallelepipedo in palissandro indiano.

Ho provveduto a rinforzare il fondo con una sottile striscia di abete incollata longitudinalmente e con tre grosse traverse (dette “catene”) sempre di abete, incollate trasversalmente; anche la tavola armonica è stata debitamente rinforzata con sottili strisce di abete incollate a raggiera sotto la buca e con due grosse traverse incollate sopra e sotto la buca stessa; la tavola è l’elemento più delicato della chitarra, che richiede maggiore attenzione nella costruzione; da questa nascono infatti le vibrazioni che derivano dal pizzico delle corde e muovono l’aria all’interno della cassa armonica dando così luogo al suono dello strumento.

Sotto la guida del Maestro Mario Rubio non è stato difficile eseguire tutte le operazioni che hanno portato al completamento della mia prima chitarra, che ho voluto chiamare Paco, in ricordo del mio primo cane, un incrocio fra un pastore tedesco e un pastore scozzese dal pelo biondo e dal carattere dolce, che mi ha tenuto compagnia dal 1982 al 1997.

La tavola armonica così lavorata è stata inserita nella forma con le fasce e il manico; una volta incollate le varie parti fra loro, ho chiuso la cassa armonica con il fondo e la chitarra ha preso così la sua forma definitiva; ma questo è solo l’inizio perchè le fasi successive sono le più importanti e delicate per l’ottenimento del risultato.

La “filettatura” dei bordi è necessaria per irrobustire la struttura della cassa armonica e i liutai esperti si sbizzarriscono in arditi connubi di essenze diverse per ottenere pregevoli effetti estetici; io mi sono limitato ad incollare un semplice listello di legno più scuro dell’acero, abbinato a un altro listello di impiallacciatura nera che facesse contrasto con l’abete della tavola armonica… ed è già stata un’impresa!

Seguendo i rigidi dettami costruttivi ho in seguito provveduto ad incollare la tastiera al manico e ad inserire i tasti di metallo nei tagli predisposti sulla tastiera; da ultimo ho incollato il ponticello e questa è un’operazione che richiede particolare attenzione per il posizionamento che deve essere calcolato con estrema precisione; un millimetro in più o in meno in altezza o di lato può essere fonte di difetti difficilmente sanabili.

Una volta completato il lavoro e provato la chitarra “in bianco”, vale a dire montando le corde sullo strumento non ancora verniciato, sono passato all’ultima fase, vale a dire verniciatura e lucidatura con la gommalacca; anche qui non è mancato il “paté” d’animo; la combinazione di miscelatura della vernice e dell’alcol con la tempestività di lavoro con i vari tamponi, richiede un’attenzione e un equilibrio non indifferenti, ma alla fine ce l’ho fatta e finalmente ho potuto incollare all’interno della chitarra il cartiglio che recita “PACO # 1 – by Cesare B. Calza – Milano giugno 2010”.